24/04/2025


La Corte di Cassazione torna a fare chiarezza sul licenziamento per giustificato motivo oggettivo (GMO). 📉 Il datore che invoca esigenze organizzative deve provare tutto, in modo serio e documentato. Nessuno spazio per dichiarazioni generiche. 👩‍💼 Il caso concreto Una lavoratrice viene licenziata per “riassetto aziendale”. La società parla di tagli ai costi e riorganizzazione… …ma non fornisce prova concreta della soppressione del posto né dell’impossibilità di reimpiego. 🧾 La Corte respinge il ricorso del datore e conferma l’illegittimità del licenziamento. 📚 Principi ribaditi dalla Cassazione ✅ Il datore ha l’onere di provare: • la necessità della riorganizzazione • la reale soppressione del posto • l’impossibilità di repêchage • il nesso causale tra riorganizzazione e licenziamento ❗ Nessun automatismo → serve riscontro documentale: atti interni, organigrammi, numeri, bilanci… non slide PowerPoint. ⚖️ Il ruolo del giudice Non può sindacare le scelte economiche, ma può (e deve) verificare se siano vere e coerenti. 📌 In sintesi: verifica di effettività e logicità, non di opportunità. 🚫 Il tallone d’Achille: il repêchage Se in azienda ci sono mansioni alternative disponibili → 🔺 il licenziamento è illegittimo. 🔍 Conclusione Il GMO non è una scorciatoia. È una misura straordinaria, da usare solo quando ci sono: ✔️ esigenze reali ✔️ documentazione coerente ✔️ impossibilità di ricollocamento


licenziamento giustificato motivo oggettivo

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