La vicenda riguarda il caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo comminato ad una lavoratrice da parte di un’azienda che occupava meno di 15 dipendenti.
Il giudice, in ragione dei principi espressi dalla Consulta, si interroga sul problema della misura dell’indennità risarcitoria applicabile al caso di specie.
Il Tribunale nel risolvere la controversia, tenendo conto del dictum del giudice delle leggi, per determinare l’entità del risarcimento del danno ha valorizzato alcuni elementi della vicenda come l’anzianità di servizio, le dimensioni dell’impresa, la “specialità” del caso, la condotta del datore e la redditività della società.
Nel commento l’autore analizza qual è stato il ragionamento del giudice che, prendendo in considerazione tali requisiti, dopo aver dichiarato l’illegittimità del recesso, ha condannato la società a un risarcimento del danno pari ad otto mensilità.
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